Anno 4° - Numero speciale - Marzo 2020
Editoriale
RIVAROXABAN NEL PAZIENTE CON CKD
Il numero speciale di CardioNefro Magazine che vi apprestate a leggere è dedicato alla terapia anticoagulante orale nei pazienti affetti da Malattia Renale Cronica (CKD). Come già descritto in altro numero speciale del nostro Magazine, la
profilassi delle complicanze della Fibrillazione Atriale (e non solo) passa attraverso una gestione ottimale della terapia anticoagulante.
La suddetta terapia presenta indubbie difficoltà in diverse popolazioni di pazienti ma, probabilmente, è particolarmente difficoltosa nei pazienti che presentano un’alterazione della funzione renale.
Per anni la terapia anticoagulante orale si è basata sull’impiego degli antagonisti della vitamina K i quali, però, si sono rivelati poco maneggevoli e forieri di complicanze (vedi l’effetto pro-calcificante).
Da diversi anni, però, sono in commercio i cosiddetti Anticoagulanti Orali Diretti non vitamina K-dipendenti (DOACs), i quali vanno ad inibire direttamente la trombina (Dabigatran), ovvero il fattore Xa (Rivaroxaban, Apixaban, Edoxaban).
In questo numero speciale del Magazine, il focus è su Rivaroxaban, antagonista del fattore Xa, che ha evidenziato caratteristiche peculiari nel paziente affetto da CKD a partire dalle sue proprietà farmacodinamiche e farmacocinetiche (unico tra le 4 molecole a mantenere un’emivita costante fino a valori di filtrato glomerulare pari a 15 ml/min ed il solo per il quale è stato, con successo, individuato un dosaggio specifico per il paziente con valori di filtrato compresi tra 15 e 49 ml/min).
Rivaroxaban, come testimoniato in due degli articoli presenti in questo numero speciale, ha evidenziato, inoltre, ulteriori peculiarità quali la capacità di garantire un certo grado di protezione renale impattando favorevolmente sui principali outcomes (episodi di AKI, raddoppio dei valori di creatininemia rispetto al basale,
riduzione ≥ del 30% del filtrato glomerulare rispetto al basale) come testimoniato dalle recenti reviews apparse in letteratura. È presente anche un articolo che evidenzia un’altra particolarità di Rivaroxaban, ovvero gli ottimi riscontri ottenuti nei pazienti con fibrillazione atriale e diabete mellito, elemento che si ricollega agli effetti esercitati in termini di preservazione della funzione renale.
La rassegna, infine, si conclude con una nota relativa ai dati AIFA sulla rilevazione degli eventi avversi legati alla terapia con anticoagulanti orali diretti; il rivaroxaban mostra un buon profilo di sicurezza confermato anche dall’indice di rischio utilizzato dagli Autori e descritto nell’ultimo articolo di questa raccolta.
A questo punto non ci resta che augurarvi buona lettura in attesa del prossimo numero speciale di CardioNefro Magazine.